Si avvicina la data delle elezioni e
lincertezza sembra la nota dominante della consultazione. Sono in tanti a
chiedersi se davvero vale la pena partecipare a queste elezioni politiche,
già in partenza sminuite dal mantenimento di una legge elettorale che la
classe politica si è confezionata ed ha mantenuto fino ad ora, nonostante
il referendum abrogativo che si dovrà tenere. Una legge elettorale poco
democratica e iniqua, che fa comodo ai segretari di partito, perché
permette loro non solo di scegliere i candidati, ma anche di stabilire chi
di loro sarà eletto e chi invece sarà solo un portatore dacqua, insomma,
di avere un Parlamento di yes-men.
Oltre a questo, vi sono anche altri
motivi che potrebbero allontanare molti cittadini dalle urne. Alcuni di
questi riguardano i comportamenti di gran parte della nostra classe
politica che, senza considerevoli eccezioni:
– gode di un trattamento pieno di privilegi del
tutto sproporzionati alla realtà economica del Paese e si ritrova sempre
unanime nel votare nuovi aumenti di indennità;
– pretende spesso non solo limmunità, ma anche
limpunità, cercando di legare le mani alla magistratura;
– sta sempre più manifestando un volto grigio,
ha perso le ideologie e non propone valori forti, si accontenta di
ottenere posizioni di potere, facendo scivolare lo Stato verso un nuovo
feudalesimo, verso una privatizzazione della res-publica;
– ha accettato, di fatto, lanomalia tutta
italiana di avere, ormai da 14 anni, un capo del Governo o
dellopposizione parlamentare che è contemporaneamente proprietario della
maggiore concentrazione di mass-media privati in Italia, oltre che
titolare di enormi interessi economici.
Inoltre, in buona parte del Paese non è neanche possibile un esercizio
libero del diritto di voto: la promessa della sistemazione, specie nel
Sud, continua ad essere unefficace arma di estorsione del voto, per non
parlare del condizionamento dovuto alla presenza di una malavita
organizzata senza confronti con gli altri Paesi europei.
Lelenco potrebbe
continuare, ma credo che già basti per spiegare la crescita del partito
dellantipolitica.
Tuttavia,
vorrei adesso proporre un altro elenco ed è quello dei motivi per cui è
utile e necessario votare:
– il non voto dei cittadini liberi,
favorisce laffermazione proprio di quei candidati che cercano il voto per
tuttaltro motivo che il bene pubblico e sanno già che lo otterranno
perché spesso è un voto obbligato: non votare, infatti, significa che
per loro sarà sufficiente un minor numero di voti per essere eletti;
– i cambiamenti mondiali, sia politici che
economici, sono sempre più preoccupanti e possono essere affrontati solo
con la partecipazione responsabile dei cittadini alla vita politica del
Paese, senza colpevoli disimpegni, anche perché i conflitti aperti e
latenti sulla scacchiera mondiale sono tanti e complessi da richiedere un
Governo dello Stato che rispetti i principi della Costituzione e che non
sia subalterno a nessun Paese straniero o interessi economici privati. Non
possiamo dimenticare che nel 2003, lallora Governo in carica si è
vergognosamente prestato ad allentare lisolamento politico mondiale nel
quale si era trovato Bush e la sua sciagurata iniziativa di una nuova
guerra in Iraq: non vorrei avere lo stesso Governo in frangenti simili!
– non possiamo in alcun modo rinunciare a
contrastare la permanenza sulla scena politica di un personaggio che ha
governato lItalia dal 2001 al 2006, ininterrottamente e godendo in
Parlamento di una maggioranza così ampia da poter fare approvare tutte le
leggi che ha voluto (specie di quelle ad personam
) e che adesso accusa il
Governo Prodi, durato in carica solo 20 mesi e con una maggioranza
risicata, di tutti i guai dItalia;
– non è più in gioco una scelta fra destra
e sinistra, fra un programma e un altro. Oggi, purtroppo, lalternativa è:
da un lato, un partito personale, in cui sono confluiti i superstiti di
un partito ex-neofascista e collegato, al Nord, ad un movimento razzista e
secessionista come la Lega Nord e, al Sud, ad un movimento autonomista che
gode dellappoggio (anche se solo per le elezioni regionali siciliane!)
dellineffabile on. Cuffaro; dallaltro lato, uno schieramento, formato
dal Partito Democratico e dalllItalia dei Valori, che forse non è
nuovissimo, ma nel quale ci sembra più facile individuare candidati che
hanno scelto la politica per fare politica e non per fare solo affari.
Ci sono anche altre alternative per il
voto, come la Sinistra – lArcobaleno e i socialisti, ma se lobiettivo
è raggiungere la maggioranza relativa e conquistare così il 54% dei seggi
alla Camera dei Deputati, ciò potrà avvenire solo se il raggruppamento
Partito Democratico Italia dei Valori avrà anche solo un voto in più
del raggruppamento Popolo delle Libertà – Lega Nord Movimento per
lAutonomia, proprio per i meccanismi della legge elettorale con la quale
siamo costretti a votare.
Un’ultima considerazione sulle
elezioni amministrative regionali siciliane, per le quali credo che ci sia
poco da dire: il curriculum vitae dei candidati sarà di prezioso
orientamento per tutti gli elettori, basta informarsi. Da parte nostra,
ribadiamo il valore della cultura della legalità e della dignità
dell’uomo: chiunque offra “favori” in cambio di voti, è al di fuori delle
più elementari regole della democrazia.
Naturalmente non mi pronuncio né sui
singoli partiti né sui candidati, poiché penso che ciascuno sappia
valutare le persone che si candidano e le loro storie personali. Scrivendo
queste note ho solo voluto condividere un mio stato danimo e alcune
riflessioni, con linvito a non cedere alla tentazione di voltarsi
dallaltra parte ma, nonostante tutto, far prevalere ancora una volta un
ragionamento politico, non dimenticando che la politica è anche larte
del possibile!
Pippo
Palazzolo
8 aprile 2008
“Democrazia non è star sopra un albero,
democrazia è partecipazione” (Giorgio Gaber)