Elezioni politiche 13 aprile 2008: votare o non votare?


Alcune
riflessioni sulle prossime elezioni politiche del 13 aprile


Totò, “persuasore
occulto”…

 

Votare
o non votare?

di
Pippo Palazzolo

 

 E’
utile ricordare che il voto è uno dei principali modi di esprimere la
sovranità dei cittadini e che è un diritto riconquistato grazie al
sacrificio di chi ha lottato fino alla morte per un’Italia democratica e
libera. E’ quindi un dovere, per ciascuno di noi, esercitarlo nel migliore dei modi
possibile, anche nelle situazioni in cui, come adesso, sembra che possa
incidere poco sulla vita politica del Paese.

 Si avvicina la data delle elezioni e
l’incertezza sembra la nota dominante della consultazione. Sono in tanti a
chiedersi se davvero vale la pena partecipare a queste elezioni politiche,
già in partenza sminuite dal mantenimento di una legge elettorale che la
classe politica si è confezionata ed ha mantenuto fino ad ora, nonostante
il referendum abrogativo che si dovrà tenere. Una legge elettorale  poco
democratica e iniqua, che fa comodo ai segretari di partito, perché
permette loro non solo di scegliere i candidati, ma anche di stabilire chi
di loro sarà eletto e chi invece sarà solo un portatore d’acqua, insomma,
di avere un Parlamento di “yes-men”.

 Oltre a questo, vi sono anche altri
motivi che potrebbero allontanare molti cittadini dalle urne. Alcuni di
questi riguardano i comportamenti di gran parte della nostra classe
politica che, senza considerevoli eccezioni:

   gode di un trattamento pieno di privilegi del
tutto sproporzionati alla realtà economica del Paese e si ritrova sempre
unanime nel votare nuovi aumenti di indennità;

    pretende spesso non solo l’immunità, ma anche
l’impunità, cercando di legare le mani alla magistratura;

    sta sempre più manifestando un volto grigio,
ha perso le ideologie e non propone valori forti, si accontenta di
ottenere posizioni di potere, facendo scivolare lo Stato verso un nuovo
“feudalesimo”, verso una privatizzazione della “res-publica”;

  ha accettato, di fatto, l’anomalia tutta
italiana di avere, ormai da 14 anni, un capo del Governo o
dell’opposizione parlamentare che è contemporaneamente proprietario della
maggiore concentrazione di mass-media privati in Italia, oltre che
titolare di enormi interessi economici.

       
Inoltre, in buona parte del Paese non è neanche possibile un esercizio
libero del diritto di voto: la promessa della “sistemazione”, specie nel
Sud, continua ad essere un’efficace arma di estorsione del voto, per non
parlare del condizionamento dovuto alla presenza di una malavita
organizzata senza confronti con gli altri Paesi europei.

      L’elenco potrebbe
continuare, ma credo che già basti per spiegare la crescita del partito
dell’antipolitica.

      Tuttavia,
vorrei adesso proporre un altro elenco ed è quello dei motivi per cui è
utile e necessario votare:

– il non voto dei cittadini liberi,
favorisce l’affermazione proprio di quei candidati che cercano il voto per 
tutt’altro motivo che il bene pubblico e sanno già che lo otterranno
perché spesso è un voto “obbligato”: non votare, infatti, significa che
per loro sarà sufficiente un minor numero di voti per essere eletti;

– i cambiamenti mondiali, sia politici che
economici, sono sempre più preoccupanti e possono essere affrontati solo
con la partecipazione responsabile dei cittadini alla vita politica del
Paese, senza colpevoli disimpegni, anche perché i conflitti aperti e
latenti sulla scacchiera mondiale sono tanti e complessi da richiedere un
Governo dello Stato che rispetti i principi della Costituzione e che non
sia subalterno a nessun Paese straniero o interessi economici privati. Non
possiamo dimenticare che nel 2003, l’allora Governo in carica si è
vergognosamente prestato ad allentare l’isolamento politico mondiale nel
quale si era trovato Bush e la sua sciagurata iniziativa di una nuova
guerra in Iraq: non vorrei avere lo stesso Governo in frangenti simili!

– non possiamo in alcun modo rinunciare a
contrastare la permanenza sulla scena politica di un personaggio che ha
governato l’Italia dal 2001 al 2006, ininterrottamente e godendo in
Parlamento di una maggioranza così ampia da poter fare approvare tutte le
leggi che ha voluto (specie di quelle “ad personam”…) e che adesso accusa il
Governo Prodi, durato in carica solo 20 mesi e con una maggioranza
risicata, di tutti i guai d’Italia;

– non è più in gioco una scelta fra destra
e sinistra, fra un programma e un altro. Oggi, purtroppo, l’alternativa è:
da un lato, un partito “personale”,  in cui sono confluiti i superstiti di
un partito ex-neofascista e collegato, al Nord, ad un movimento razzista e
secessionista come la Lega Nord e, al Sud, ad un movimento autonomista che
gode dell’appoggio (anche se solo per le elezioni regionali siciliane!)
dell’ineffabile on. Cuffaro; dall’altro lato, uno schieramento, formato
dal “Partito Democratico” e dall’“l’Italia dei Valori”, che forse non è
nuovissimo, ma nel quale ci sembra più facile individuare candidati che
hanno scelto la politica per fare politica e non per fare solo affari.

 Ci sono anche altre alternative per il
voto, come “la Sinistra – l’Arcobaleno” e i socialisti, ma se l’obiettivo
è raggiungere la maggioranza relativa e conquistare così il 54% dei seggi
alla Camera dei Deputati, ciò potrà avvenire solo se il raggruppamento
“Partito Democratico – Italia dei Valori” avrà anche solo un voto in più
del raggruppamento “Popolo delle Libertà – Lega Nord – Movimento per
l’Autonomia”, proprio per i meccanismi della legge elettorale con la quale
siamo costretti a votare.

 Un’ultima considerazione sulle
elezioni amministrative regionali siciliane, per le quali credo che ci sia
poco da dire: il curriculum vitae dei candidati sarà di prezioso
orientamento per tutti gli elettori, basta informarsi. Da parte nostra,
ribadiamo il valore della cultura della legalità e della dignità
dell’uomo: chiunque offra “favori” in cambio di voti, è al di fuori delle
più elementari regole della democrazia.

 Naturalmente non mi pronuncio né sui
singoli partiti né sui candidati, poiché penso che ciascuno  sappia
valutare le persone che si candidano e le loro storie personali. Scrivendo
queste note ho solo voluto condividere un mio stato d’animo e alcune
riflessioni, con l’invito a non cedere alla tentazione di voltarsi
dall’altra parte ma, nonostante tutto, far prevalere ancora una volta un
ragionamento “politico”, non dimenticando che la politica è anche l’”arte
del possibile”!


 Pippo
Palazzolo

 8 aprile 2008

“Democrazia non è star sopra un albero,
democrazia è partecipazione” (Giorgio Gaber)

 

 

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