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Il Maestro ed iodi Alberto Russo
Quando
nel ’68 si sognava la rivoluzione, mi si poteva trovare in librerie
alternative a cercare libri sullo yoga: predestinazione, karma, effetto di
frustrazioni adolescenziali? Tant’è, in ogni caso cercavo un maestro!Cercare
non vuol dire trovare, finchè un giorno (nove anni intanto se ne sono andati),
in treno, un ragazzo canta al finestrino in una lingua sconosciuta: era tibetano,
ed erano mantra; scambi di telefoni e.....così inizia la mia vita nella Comunità
Dzogchen.
La Comunità dzogchen, oggi diffusa in gran parte del mondo, era di là da venire ed i primi “ritiri” di insegnamento e pratica si svolgevano in campeggi e alberghi. Come quello del Monte Faito, nella penisola sorrentina, del 1980 (il primo a cui ho partecipato). Sembrava un pò un raduno di ultimi hippies, si respirava un’atmosfera di grande libertà; forse troppa per le nostre capacità.....per cui il Maestro ritenne che fosse il caso di acquistare una terra dove far sorgere un centro autonomo. Così è nato Merigar, sull’Amiata, il primo dei vari Gar (centri) della Comunità. Ma
cos’è mai questo Dzogchen? Si tratta in un antico insegnamento sviluppato
nell’ambito del buddismo tibetano, il veicolo più elevato (dzogchen: totale
perfezione). Difficile spiegare in poche righe; io poi non sono uno studioso e
tanto meno un praticante zelante. Posso riassumere le parole del Maestro (Merigar,
1985): l’insegnamento dzogchen è la via dell’autoliberazione, anche
conosciuto come atiyoga; si basa sulla conoscenza dell’esistenza ed è quindi
legato alla mente. La via dell’hinayana è legata al corpo, il tantrismo
all’energia, lo dzogchen alla mente. Semplificando: l’hinayana si basa
sull’osservanza di una serie di norme (via della rinuncia), il tantrismo sulla
trasformazione delle azioni impure in azioni pure (via della trasformazione),
nello dzogchen non vi è nulla da modificare (via dell’autoliberazione). Ogni
veicolo ha la stessa finalità: riconoscersi nella “natura della mente”.
Cambiano solo i mezzi ed ogni praticante deve scegliere quelli a lui più
congeniali: non c’è un veicolo superiore ad un altro! Le pratiche servono a
calmare la mente, fino ad interrompere il flusso del pensiero discorsivo e
giungere così a riconoscere la vera natura del tutto: la vacuità. Durante
l’arco dell’anno il maestro Namkai Norbu dà insegnamenti in qualche centro
dzogchen del mondo; di solito in luglio e agosto si trova in Italia, a Merigar.
Vi sono gruppi locali in varie parti d’Italia, ma non in Sicilia (almeno che
io sappia).
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Direttore: Pippo Palazzolo Registrazione Tribunale di Ragusa n.8/96 - Direttore Responsabile: Faustina Morgante - Editore A.s.tr.um. Ragusa Ultimo aggiornamento: 21 giugno 2011 |