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In questa rubrica ospitiamo i più vari contributi culturali: saggi, recensioni, poesie, foto, pittura e altro ancora.
"Mi chiamo Timandra e sono un'etera..." di Emanuela Cascio Mariana
Timandra, "colei che onora l'uomo", è il titolo dell'ultimo romanzo di Thòdoros Kallifatidis, pubblicato in Italia nel febbraio 2002 dall'editore Crocetti. Da una piccola casa, in un villaggio sperduto della Frigia, in cui Alcibiade, potente ed affascinante uomo politico dell'Atene del V° secolo a.C. si è rifugiato per trascorrere gli ultimi istanti della sua vita, Timandra, di notte, guardando il suo uomo dormire, inizia a raccontare. Il racconto dell'amore di lei, un'etera, una cortigiana, per l'uomo che stregò gli ateniesi con l'abilità della parola e l'armonia della bellezza, tanto che Plutarco ci riferisce che: "Sulla bellezza di Alcibiade probabilmente non occorre spendere una parola, tanto è celebre"1. Bello, ma non solo: ambizioso, mutevole, orgoglioso, anche. Ed ancora, grande trascinatore di folle, tanto che Demostene, nell' "Orazione contro Midia", dice che Alcibiade era l'oratore più abile del suo tempo. Quella notte Timandra, scrutando ogni suo movimento, al riverbero del fuoco del camino, lo vide addormentarsi, anche questa volta sul fianco destro. Non dormiva mai sul fianco sinistro, non dormiva mai sul proprio cuore; il cuore di Alcibiade non dormiva mai. Sullo sfondo di una Atene all'apice del suo splendore, l'Atene di Pericle, Socrate, Protagora e del giovane Platone, ma già trascinata nel vortice rovinoso del Peloponneso, Kallifatidis, con la limpidezza della sua scrittura, concede a Timandra il dono della parola, strappandola all'oblìo a cui la storia, quella dei grandi eventi, fatta di battaglie, trattati e matrimoni illustri, l'aveva consegnata. Se è vero che, come Timandra dice, nessun uomo può sconfiggere il proprio destino, ma: "L'unica cosa che può fare è raccontarlo", facendo così della parola: "...l'unica efficace e autentica vittoria", grazie all'artificio dell'immaginazione dello scrittore, una donna, sulla cui esistenza la storia ci dà mera testimonianza2, esce dall'ombra e arricchisce il "documento" storico di un'epoca, e soprattutto di un uomo, ricreato attraverso le emozioni e gli occhi della sua anima. Il tema dell'amore, tanto caro alla spiritualità greca, e così naturalmente intrecciato a quello della bellezza, è il motore di questo romanzo, nonché quella parte essenziale di ognuno di noi: "...perché il nostro vero io non si trova dentro di noi ma in quel luogo invisibile tra due che si amano... Il problema è che non lo vediamo quel luogo. Lo ricoprono le ombre di tanti sogni, di tanti propositi, di tanti inganni, errori e desideri." Con le parole di Timandra mi piace concludere questa breve presentazione, ricordando che il romanzo può essere un punto di vista "altro" per avvicinare giovani, studenti o semplici curiosi, al mondo greco, per esplorarne, attraverso canali non convenzionali, l'unicità del suo patrimonio. Emanuela Cascio Mariana Note: 1. Plutarco, Vite parallele, vol.I, pag.473, Mondadori, 1974 2. Op. cit., vol.I, pag.500
L'autrice, prof.ssa Emanuela Cascio Mariana, insegna Filosofia presso un Istituto di Istruzione Superiore di Modica.
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