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È
possibile migliorare la creatività e la riflessività dei ragazzi? Le
lezioni Co.R.T.
del prof. Giuseppe Tidona Le lezioni CoRT[i]
sono state ideate dal Prof. Edward de Bono agli inizi degli anni settanta come
unità didattiche specifiche per sviluppare riflessività e creatività negli
alunni. Esse, adatte a studenti di varie età ed abilità, vanno insegnate per
un'ora, un'ora e mezza a settimana da
un docente che abbia la preparazione per farlo. Il nome CoRT è, in effetti, un
acronimo che sta per Cognitive Research Trust (l'organizzazione di ricerca
educativa nel cui ambito sono state messe a punto, a Cambridge, U.K.). Le lezioni offrono agli studenti, come dice lo stesso
de Bono[ii], degli
"strumenti" per ampliare la percezione, dal momento che buona parte
della riflessione è già svolta in fase di input: normalmente l'acquisizione
dei dati è ristretta o comunque delimitata a determinate aree, per cui l'atto
di pensiero è implicitamente
condizionato dalla loro portata. Il corpus è formato da sessanta lezioni suddivise in
sei gruppi (ognuno comprendente appunto dieci lezioni), ma nel suo formato basico
è possibile svolgerlo in circa 20-25 ore (e quindi entro un anno scolastico). Le sei
serie sono così composte: la prima è denominata "Ampiezza di
vedute", la seconda "Organizzazione" (lo scopo è quello di
aiutare l'allievo ad organizzare il pensiero), la terza "Interazione"
(tratta del pensiero interattivo e critico), la quarta "Creatività"
(riguarda alcuni suggerimenti e tecniche per stimolare la creatività), la
quinta "Informazioni e sensazioni" (come raccogliere e giudicare le
informazioni?), la sesta "Azione" (il pensiero che si traduce in
azione). L'itinerario basico
è composto dalla prima e dalla quarta serie. Attraverso di esse si intende
sviluppare il pensiero come abilità generale. Il totale delle lezioni da
impartire è, quindi, di venti che appunto richiedono venti, anche venticinque
ore di insegnamento (se, come è opportuno, si vuole operare qualche richiamo). Le lezioni, più che consistere in una trattazione
teorica, constano di una breve introduzione (durante la quale si presenta
normalmente lo "strumento" che sarà usato) più alcuni esercizi
stimolo che gli studenti dovranno svolgere parte individualmente e parte in
gruppo. Alla fine si leggono e si commentano brevemente i risultati. Le lezioni CoRT, per quanto abbastanza applicate
all'estero, in varie parti del mondo (sono state anche parte integrante del
curriculum scolastico obbligatorio venezuelano e di Singapore) ed in modo
particolare nel mondo anglosassone, non sono molto conosciute in Italia. Struttura
dell'esperimento Chi scrive, come docente nelle scuole secondarie
superiori, aveva insegnato le lezioni CoRT nelle sue classi da un po' di tempo.
Durante l'anno scolastico 2000/2001 ha voluto dare, però, una "forma"
definita alle sue sensazioni ed impressioni, avviando una ricerca sugli effetti
delle lezioni CoRT (nel loro formato basico,
come specificato sopra) se insegnate a ragazze e ragazzi di una prima classe di
un Istituto tecnico commerciale (il "F. Besta" di Ragusa). La ricerca
si è resa necessaria in quanto, nonostante la vasta letteratura sulle lezioni
CoRT in ambito anglosassone (e soprattutto in lingua inglese)[iii],
mancavano dati concreti per quanto
riguarda l'ambiente culturale italiano. L'esperimento messo a punto a Settembre
del 2000, e spiegato di seguito, ha voluto essere il primo passo nella direzione
del cominciare ad avere informazioni concrete anche per quanto riguardo la
nostra realtà. La classe, "oggetto" dell'esperimento, è
stata la I E (il consiglio di classe era stato informato e la vicenda si è
svolta sotto la sua supervisione), a cui è stata affiancata come gruppo di
controllo la I C. La I C era
paragonabile alla I E, oltre che ovviamente per l'età media (14 anni all'inizio
dell'anno), anche per composizione secondo alcuni parametri sociali. Essa era
spazialmente dislocata in altra parte dell'Istituto, proprio per evitare ogni
tipo di influenza reciproca (in termini di "riverbero", cioè di
trasmissione spontanea di modelli ed atteggiamenti) di cui parlano alcuni
studiosi come uno dei rischi di una ricerca di questo genere. Quindi le due
classi avevano ben poca opportunità di confrontarsi e dialogare tra di loro
data la loro sistemazione (anche la ricreazione veniva comunemente trascorsa
dagli studenti dei due gruppi in ali differenti della scuola, vista la
disposizione delle strutture logistiche e dei servizi.). Il
gruppo sperimentale era composta da 14 alunni (in effetti inizialmente il gruppo
era più numeroso, ma durante l'anno qualcuno si è ritirato). Quindi bisogna
dire che 14 è il numero delle persone che è stato possibile
"testare" all'inizio dell'anno scolastico (il 25 Settembre del 2000) e
poi sottoporre al post-test, alla fine dell'anno scolastico (il 31 Maggio del
2001). 15, invece, gli alunni del gruppo di controllo
presenti al post-test (per avere due gruppi numericamente equivalenti gli esiti
di un alunno scelto a caso sono stati esclusi da ogni considerazione, anche se
è poi stato possibile constatare come i suoi risultati, collocandosi nella
media, non avrebbero comunque in nessun modo modificato i risultati complessivi
né in un senso né nell'altro). Il post-test dei due gruppi è avvenuto nella
medesima giornata (il 31 Maggio del 2001), mentre il pre-test del gruppo di
controllo era avvenuto il giorno successivo (per esigenze logistiche) rispetto
al gruppo sperimentale (e quindi il 26 Settembre 2001). Le prove previste sia al pre-test che al post-test
erano due (le stesse per entrambi i gruppi, ma variavano in una certa misura dal
pre-test al post-test per evitare un effetto di "riporto"): esse
saranno illustrate di seguito. Ovviamente
la I C non sapeva di agire da gruppo di controllo rispetto alla I E che si
avviava, invece, ad intraprendere un cammino sperimentale. Agli studenti di I C
era stato solo detto nelle due occasioni che dovevano dare il meglio di sé in
due prove che sarebbero servite a misurare le loro capacità ideative e
creative. Il
test (TCD) di Williams La prima
delle due prove previste era il test della creatività e del pensiero divergente
(TCD)[iv],
messo a punto in ambito americano da Williams, largamente usato e sperimentato
nelle scuole americane e tradotto poi in italiano. Esso consta di due protocolli
(A e B, per il pre-test ed il post-test), somministrabili a ragazzi dai 6 ai 18
anni, ed è stato studiato per misurare una serie di capacità, parte delle
quali dipendono dalle potenzialità dell'emisfero sinistro del cervello (e
quindi sono verbali) e parte dall'emisfero destro (e quindi sono grafiche,
visive in senso lato). Williams, rifacendosi agli studi di Guilford (sui quali
si è comunque registrata una certa convergenza degli studiosi del ramo),
individua i quattro fattori fondamentali della creatività, su cui costruire il
suo strumento diagnostico: fluidità, flessibilità,
originalità ed elaborazione.
I due protocolli presentano 12 riquadri ciascuno, dentro i quali sono inseriti
degli abbozzi di disegno (ovviamente differenti nel protocollo B rispetto all'A)
che gli studenti sono invitati a completare, tentando di far ciò in un modo
nuovo a cui nessun altro potrebbe pensare e dando dei titoli
"intelligenti" ai loro disegni. È, quindi, chiaramente una tecnica
proiettiva. I risultati vengono poi interpretati sulla base delle indicazioni
precise fornite dal manuale di applicazione. La lettura darà dei punteggi
grezzi per ognuno dei quattro parametri summenzionati ed un totale che sarà la
loro somma più il punteggio assegnato ai titoli.
Il punteggio della fluidità verrà
dato dal numero di cornici completato dall'alunno nel tempo assegnato, la flessibilità
dal passaggio da una all'altra delle categorie possibili di disegno (esseri viventi, simboli, congegni
meccanici, vedute e cose
utili) l'originalità dalla capacità di non farsi "ingabbiare"
dalla forma abbozzata nel riquadro, l'elaborazione
dalla capacità di abbellire il disegno in maniera non semplicemente simmetrica
(e quindi ovvia). I titoli vengono
poi, seguendo specifici parametri, giudicati in base alla loro creatività. Il
test ideativo La seconda
prova è stata, invece, strutturalmente più semplice e consisteva in due titoli
stimolo (abbastanza simili tra di loro- per la loro impostazione ed in quanto
provocatori- ma non uguali), uno per il pre-test ed uno per il post-test, di
fronte ai quali gli studenti sono stati invitati a reagire producendo quante più
idee possibili nel tempo predeterminato (20 minuti) assegnato loro. In fase di
correzione si è proceduto al loro conteggio. In altri termini si trattava di un
test "ideativo", teso a misurare le capacità riflessive degli alunni.
In tale contesto, la qualità della forma linguistica non ha avuto alcun peso. In un certo senso i due test si completavano a
vicenda: infatti, mentre il test di Williams dà per sua natura un peso maggiore
ai fattori "divergenti" del pensiero ed alla creatività
"percettiva", il test "ideativo" di riflesso assegna
maggiore rilievo alla fluidità, innanzitutto, e poi alla creatività nei suoi
aspetti "verbali". Il titolo- stimolo per il pre-test (uguale ,
ovviamente, per le due classi) era:
"Durante una discussione animata in classe tra un gruppo di ragazzi ed un
professore, uno studente tra i più tesi dice una parolaccia. Cosa pensi di
questa situazione?" Il titolo- stimolo (per le due classi) al post-test
era: "Cosa pensi dell'idea che gli alunni decidano ogni giorno cosa fare,
piuttosto che ricevere come imposizione il tutto?" Sono
necessarie alcune considerazioni riguardo al modo in cui sono state conteggiate
le idee in questa prova. Normalmente pensare viene immaginato come uguale ad
emettere dei giudizi (non per nulla il termine "riflettere" significa
anche rispecchiare, costruire una semplice immagine della cosa come essa è).
Nell'accezione usata in questa ricerca pensare non viene ritenuto uguale a
giudicare. Il giudizio è normalmente una fotografia dell'esistente,
dell'immediato. Il significato qui assegnato al pensiero, invece, è un altro:
esso è ritenuto uguale a movimento, spostamento; è il punto di arrivo non di
partenza. Date queste considerazioni non sono state conteggiate come idee tutti
i giudizi immediati (quelli dati con il cappello rosso, come direbbe E. de Bono[v]),
del tipo "È eccezionale", "Sarebbe fantastico", "Mi
piacerebbe moltissimo", "Trovo la cosa rivoltante", "Ci
divertiremmo un mondo", "Moralmente è sbagliato". Queste
affermazioni non stabiliscono uno scarto tra il punto di partenza ed il punto di
arrivo, non svolgono un ragionamento (da A a B a C), non esplorano,
ma riportano ciò che è (A è A), naturalmente, quasi in modo innato,
dentro la persona. La fissazione non è il pensiero, così come il pensiero non
è "naturale". Naturale
è soffermarsi su ciò che è. Allo
stesso modo non sono state conteggiate come nuove idee tutte le frasi che erano
semplici riformulazioni verbali di asserzioni precedenti o esplicitazioni di ciò
che, comunque, è logicamente contenuto nell'affermazione precedente. Diverso è
il caso di riformulazioni che aggiungono ragioni, cause o conseguenze a quanto
detto prima. Queste sono state contate come nuove idee. I
risultati Di seguito vengono prima presentati i risultati della
I E (il gruppo sperimentale) alla quale sono state somministrate le lezioni CoRT
nel suo formato basico, per un'ora, alcune volte per un'ora e mezza, a settimana
per l'intera durata dell'anno scolastico (fine Settembre- fine Maggio). Gruppo sperimentale- punteggio totale grezzo nel TCD di Williams + numero di idee nella seconda prova al pre-test ed al post-test (i nomi degli studenti sono convenzionali)
Tab. A Gruppo Sperimentale (I E)
Gruppo di controllo- punteggio totale nel TCD di Williams + conteggio delle idee nella
seconda prova al pre-test ed al post-test (i nomi sono convenzionali): Gruppo di Controllo
Considerazioni
sui dati Un'importante
precisazione. Il test TCD prevede alcune "prestazioni" grafiche. Le
lezioni CoRT non assegnano esercitazioni di natura grafica né in alcun modo il
gruppo sperimentale (come del resto il gruppo di controllo) durante l'anno ha
avuto opportunità di esercitarsi direttamente nelle abilità specifiche
richieste dal test di Williams. Eventuali miglioramenti (e sono stati
considerevoli nel caso del gruppo sperimentale) non sono da attribuirsi, quindi,
alla pratica diretta di prestazioni di natura grafico-pittoria. Ed ora alcune considerazioni sui dati. Nel
gruppo sperimentale tutti gli studenti (vedi tab. A) nel TCD hanno riportato al
post-test punteggi più alti rispetto al pre-test, eccetto Rita
(che al pre-test aveva ottenuto il punteggio più alto degli alunni dei
due gruppi- davvero difficile da ripetere) e Roberto, che al post-test
spontaneamente manifestava segni di malessere fisico. Il punteggio complessivo
di classe è stato di 750 al pre-test e di 1003 al post-test (+253, gli
incrementi più consistenti si sono verificati ai parametri originalità e titoli, al
riguardo vedi sopra). L'aumento in
termini percentuali delle abilità creative è stato del 33,7 %. Se vogliamo
invece considerare il punteggio medio per allievo, esso è stato del 53,57 al
pre-test e di 71,64 al post-test (aumento medio di 18,07 punti). La dimensione
dell'effetto secondo la formula di Glass[vi]
è di 0,68 (se il confronto avviene invece che sulle medie finali al post-test,
sulle loro relative differenze rispetto al pretest, come sarebbe più corretto,
allora la dimensione dell'effetto sale a 0,97! Ovviamente altri sistemi possono
essere usati, ma il risultato finale non muta). Sono
valori considerevoli. Il gruppo sperimentale dopo il trattamento è diventato
anche più omogeneo: infatti, al pre-test la
deviazione standard era di 23,506 punti mentre al post-test si riduce a 15,390. Per
quanto riguarda la seconda prova (quella "ideativa"), in fase di
post-test non è stato rivolto nessun invito ai ragazzi del gruppo sperimentale
di usare le tecniche e gli strumenti delle lezioni CoRT. Anzi, a dire il vero,
proprio quelle lezioni che più direttamente avrebbero potuto aiutare i ragazzi
a meglio svolgere il titolo assegnato, erano state trattate più di un mese
prima ed appositamente ignorate in vista della prova finale. In altri termini,
non si voleva misurare l'effetto diretto degli strumenti CoRT, ma l'effetto
diffuso e più duraturo di questo tipo di insegnamento (ed infatti, nelle
composizioni nessuno ha fatto esplicita menzione delle lezioni CoRT o si è
richiamato ad esse in maniera diretta: c'è motivo di credere che se gli
studenti fossero stati esplicitamente invitati a servirsi degli strumenti
appresi un po' di tempo prima, i risultati sarebbero stati addirittura
superiori). Nella
seconda prova al post-test il gruppo sperimentale ha migliorato la propria
prestazione addirittura del 53,8%. Le idee in più prodotte a Maggio sono 35: si
passa dalle 65 idee complessivamente prodotte dal gruppo classe all'inizio alle
100 idee del test finale. Se si guarda la tabella A si vede come tutti gli
studenti hanno prodotto più idee, eccetto Roberto (del cui malessere si parlava
già) e Maria (che al pre-test aveva fornito la migliore prestazione dei due
gruppi- picchi che, come abbiamo detto, è difficile in genere raggiungere di
nuovo). Ben
diverso il discorso per quanto riguarda invece il gruppo di controllo. Al TCD
(si veda la tab.B) la prestazione complessiva del gruppo classe è
sostanzialmente stazionaria (anzi c'è un lieve peggioramento: 869 il punteggio
a Settembre, - quindi più alto come livello di partenza rispetto al gruppo
sperimentale e pertanto la I C era teoricamente meglio equipaggiata per futuri
miglioramenti-, ma il risultato di Maggio è di 860, quindi - 9). Più
preoccupante ed apparentemente più inspiegabile il dato alla prova "ideativa":
nessuno del gruppo di controllo migliora la propria prestazione al post- test,
solo quattro alunni pareggiano il dato del pre-test, tutti gli altri peggiorano
i risultati di Settembre (in qualche caso considerevolmente). Come mai? Se il
risultato al TCD era un dato in certo senso atteso perché non erano stati
comunque svolti esercizi di una qualche natura per sviluppare la creatività,
nella seconda prova c'era da aspettarsi un sia pur lieve miglioramento, sia come
effetto della crescita sia come effetto di un anno di insegnamento delle varie
discipline che comunque si presuppone sviluppino idee. Perché, dunque, non c'è
stato nessun incremento del numero di idee (anzi dalle 66 idee complessive
iniziali - anche in questo caso un dato di partenza superiore, sia pure di poco,
al gruppo sperimentale- si passa alle 45 idee finali, una perdita del 34,4%
circa)? Due le possibili spiegazioni: una più "catastrofica", cioè
che un anno scolastico non migliorerebbe la capacità di produrre idee, anzi
ottunderebbe le menti degli alunni (e chi scrive non ha elementi per abbracciare
questa tesi estrema) ed una seconda spiegazione più convincente, legata al
momento particolare in cui si è svolto il post -test, e cioè al periodo delle
interrogazioni finali che crea normalmente stress e confusione negli studenti, i
quali, quindi, mancano della freschezza necessaria per rendere al massimo al
test dei due che richiede uno sforzo mentale superiore. Ma se questa spiegazione
fosse vera, considerato che il gruppo sperimentale si trovava nella medesima
condizione del gruppo di controllo (il post-test è avvenuto per entrambi i
gruppi nella stessa giornata, il 31 Maggio ed anche la I E viveva la fase delle
interrogazioni generali), ci sarebbe di conseguenza
da aspettarsi in condizioni normali una produzione finale di idee ancora
più ricca del gruppo sperimentale. Conclusioni. Sicuramente
il numero di componenti del gruppo sperimentale non è così vasto da poter
affermare in maniera conclusiva che le
lezioni CoRT hanno un effetto positivo sulla creatività e sulla riflessività
dei ragazzi, così come rilevata dai due test descritti sopra. Ma se i risultati
incoraggianti della presente ricerca vengono considerati alla luce della ricca
letteratura di ricerca in lingua inglese sugli effetti positivi delle lezioni
CoRT, si può in maniera convincente concludere che i dati (per ora esigui) del
contesto culturale italiano, sommandosi ai molti dati di tante parti del mondo,
confermano quello che una volta sembrava insperabile: migliorare la riflessività
e la creatività dei ragazzi è possibile. Anche
le impressioni "aneddotiche" dello scrivente sono molto positive e la
reazione durante l'anno degli studenti alle lezioni CoRT a tratti è stata
entusiastica. Si
spera, comunque, di aggiungere altri dati, alla fine dell'anno scolastico
prossimo, a quelli presentati in questo articolo, non solo grazie all'impegno di
chi scrive ma anche allo sforzo di tutti quei docenti che volessero
intraprendere un nuovo cammino educativo.
Ragusa,
settembre
2001 [i] E. de Bono, CoRT Thinking, Blandford, Dorset, Direct Education Services Limited ,1973-1975; vedi anche de Bono, CoRT Thinking Program. Workcards and Teacher's Notes. Chicago, Science Research Associates, 1987. [ii] Ibid. [iii] Vedi tra l'altro, J. Edwards, E Baldauf, R.B.Jr, "The effects of the CoRT 1 thinking skills programme on students" in D.Perkins, J. Lockhead e J. Bishop, Thinking: the Second International Conference, Hillsdale, N.J., Lawrence Erlbaum, 1987, pp. 453-473; J. Edwards, "Measuring the effects of the direct teaching of thinking skills" in Human Intelligence Newsletter, 9 (30), 1988, pp.9-10; "The direct teaching of thinking skills" in G. Evans, Learning and Teaching Cognitive Skills, Melbourne, Australian Council for Educational Research, 1991, pp. 87-106; "Research work on the CoRT method" in S. Maclure e P. Davies, Learning to Think: Thinking to Learn, Oxford, Pergamon, 1991, pp. 19-30; S. Dingli (ed.), Creative Thinking, a Multifaceted Approach, Msida: Malta University Press 1994; D. Perkins, Outsmarting the IQ, the Emerging Science of Learnable Intelligence, N.Y., Free Press, 1995. [iv] Vedi F. Williams, Creativity Assessment Packet,Austin, PRO-ED, 1993, versione italiana Test della creatività e pensiero divergente, Trento, Erickson, 1994. [v] Vedi E. de Bono, Six Hats, N.Y., Viking, 1986. [vi] Vedi G.V. Glass, "Integrating findings: the meta-analysis of research", in Review of Research in Education, 5, 1978, pp. 351-379. Per contattare l'Autore: gtidon@tin.it
Laboratorio Scuola (altre ricerche del prof. Giuseppe Tidona) Impedimenti ad una vera riflessione (estate 2007) Studiare e pensare: i risultati di un esperimento (maggio 2004) Insegnare e apprendere (ottobre 2003) Studenti capaci e studenti incapaci (maggio 2003)
Il
tema: Riflessività e creatività a scuola: le lezioni Co.R.T., un secondo esperimento. (settembre 2002) Competenze e ... sesso (gennaio 2002)
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