Lo Yoga e la fede religiosa
di Pina Bizzarro
Non è raro incontrare persone convinte
che lo Yoga voglia dire accettare un credo religioso incompatibile con
la visione Cristiana e Cattolica in particolare. Anche la giornalista
che a fine giugno mi ha fatto l’intervista per il giornale “La città”
era particolarmente dubbiosa sul fatto che un cattolico possa praticare
Yoga.
Ho già trattato questo argomento in un
numero precedente di “Shanti magazine”, ma data l’importanza e la
mancanza di chiarezza preferisco ritornarci.
Chi ha una conoscenza, anche
superficiale, dei testi classici dello Yoga (“Yoga Sutra”, “Hatha Yoga
Pradipika”, ecc.) sa bene che nessuno degli otto stadi dello Yoga
classico è in contrasto con la fede e la morale Cristiana. Alla base del
messaggio evangelico troviamo come fondamentale precetto l’amore verso
il prossimo (“Amatevi gli uni e gli altri come io ho amato voi”).
Alla base dell’etica Yoga vi è l’ahimsa o non violenza,
che è amore verso il prossimo, cioè dell’uomo in generale, ma anche di
ogni creatura, per dirla Francescanamente.
Le tecniche dell’Hatha Yoga, poi, non
sono che strumenti e il loro uso non presuppone l’appartenenza a questa
o quella fede religiosa. Praticare Yoga non vuol dire che si debba
diventare indù!!!
Chi desidera andare oltre una mera
utilizzazione delle tecniche e approfondire, ad esempio, la letteratura
dei testi filosofici e religiosi che la tradizione indiana ci offre,
potrà trovarvi tesori di spiritualità senza per questo rinunciare alla
propria fede religiosa.
La Federazione Italiana Yoga organizza
spesso seminari (anche presso il monastero dei Camaldoli) nei quali si
mette a confronto lo studio delle Sacre scritture orientali e
occidentali, proprio per incoraggiare questa ricerca e ritrovare i
tantissimi punti in comune e le verità che appartengono a tutte le
tradizioni, al di la dei confini geografici. Sappiamo tutti l’impegno di
Papa Giovanni Paolo II per il dialogo interreligioso. E’ ovvio che se
desideriamo davvero la pace nel mondo non possiamo ancora puntare il
dito sulle differenze culturali e religiose ma lavorare sui punti in
comune; le differenze possono semmai essere spunto di arricchimento per
tutti e occasione per ricordare a noi stessi il
rispetto verso chi ha una visione diversa
dalla nostra. Assisi più volte ha ospitato i rappresentanti di tutte le
religioni e in quella occasione è stato sottolineato come un verso dei
Veda (le Sacre scritture indiane) può essere utilizzato come preghiera
universale: “Conducimi dall’ignoranza alla Conoscenza, conducimi
dalle tenebre alla Luce, conducimi dalla morte all’immortalità. Om Pace,
pace, pace”. C’è qualcuno che in questo mantra può trovare
motivi di offesa per la propria religione?
Lo Yoga è uno strumento che può essere
usato da chiunque, indipendentemente da ogni convincimento religioso:
mantenersi in efficienza e buona salute, calmare la mente e espandere la
Coscienza di Sé è un compito degno di ogni essere umano che aspiri a
dare il meglio nella vita.
Lo Yoga non è una religione
e perciò non solo non può essere in contrasto con nessuna religione, ma
può essere facilmente integrato in ognuna.
Ci sono diversi testi che affrontano
questi argomenti: Padre Antonio Gentili (grande religioso cattolico) nel
1996 ha pubblicato “Le ragioni del corpo”, un libro molto
bello che propone un’interessante paragone tra Oriente e Occidente e
parla dei Chakra (parola sanscrita che indica i punti focali energetici
del corpo umano) quali “centri di energia vitale” nell’esperienza
cristiana. Ci sono anche diverse pubblicazioni di Henri Le Saux,
un monaco benedettino di origine bretone, che ha scritto brani di una
intelligenza e di una bellezza straordinaria. Prezioso è anche il lavoro
svolto da Raimon Panikkar (ci sono diversi libri e anche un video
prodotto dalla televisione Svizzera).
E se qualcuno di voi non conosce Padre
Anthony Elenjimittam, discepolo di Gandhi, può leggere un estratto del
suo intervento al convegno della Federazione Italiana Yoga, svoltosi ad
Assisi nell’aprile del 2002 dal titolo “L’uomo nuovo che ha
per confini il cosmo”; io ero presente e ricordo ancora
l’energia di quel discorso, l’energia di un uomo ultraottantenne che
ricorda a memoria centinaia di passi di diversi Testi Sacri. Io ho un
riassunto del suo intervento e un’intervista che Giuditta Dembech gli
aveva fatto tantissimi anni fa; se desiderate averli basta chiederli,
sarò felice di divulgare questi messaggi.
Lo Yoga si è detto che di per sé non è
una “pratica religiosa”; questo però non deve allontanarci
dal concetto di “Spiritualità”, che invece è ben presente
in tutti gli aspetti della disciplina yogica.
Nel vocabolario troviamo le seguenti
definizioni:
-Religione
– dal latino religio-onis = il sentimento
dell’uomo verso Dio – Insieme di riti e comandamenti che gli uomini
osservano per onorare la divinità (Dizionario della lingua Italiana F.
Palazzi);
- Spiritualità – che si riferisce
allo spirito in quanto intelligenza e sentimento (Dizionario F.
Palazzi).
Lo Yoga, dalla radice sanscrita “Yuj”
(unire, aggiogare), ha il significato di ri-congiungere il
microcosmo umano con il macrocosmo universale. La pratica Yoga parte
proprio dalla ricerca di sé stessi, dalla propria spiritualità.(Il
fatto che la parola religione e lo Yoga hanno entrambe il significato di
unire, legare, congiungere non deve portare a pensare che questa unione
debba necessariamente essere estesa a una specifica divinità.)
La domanda “chi sono?”, “perché sono?”,
“da dove vengo?”, “dove vado?” ha già in sé, intrinseco, il pieno
contenuto della spiritualità.
La religione non dovrebbe essere distinta
dalla spiritualità, ma sappiamo benissimo che ci sono tante persone
religiose che non sono affatto spirituali, mentre si può essere
fortemente spirituali anche senza aderire a una religione in
particolare.
Per migliaia di anni i saggi yogin si
sono serviti di questo strumento che è il corpo per cercare l’ardua via
della conoscenza; di un corpo che compie continuamente processi di
trasformazione, dalla materia più grezza alla forma più sottile del suo
essere; di un corpo che è respiro che incessantemente vive e scambia
energia con il respiro dell’universo; di un corpo che è armonia, che è
suono, che è colore, così come tutto ciò che lo circonda; come possono
questi concetti deviare dalla spiritualità!!!
Om Shanti
Pina Bizzarro
Settembre
2005